LA STRAORDINARIA INFLUENZA DEL BETTING ONLINE SUL MONDO DEL CALCIO

Se c’è un modo in cui i casinò online sono riusciti a influenzare profondamente il mondo del calcio, quel modo afferisce sicuramente al finanziamento delle squadre di club. Un fenomeno che si è diffuso in maniera particolarmente capillare in Europa, nello specifico in Premier League dove, ad esempio, nove squadre su venti mostrano, come sponsor di maglia nella stagione 2021-22, un operatore del settore gambling e betting. Senza considerare le pubblicità accessorie a bordo campo e su altri supporti di comunicazione. Nel complesso si tratta di almeno quindici club in tutta la EFL. Considerando che i loghi dei brand d’azzardo vengono mostrati fino a 700 volte da stampa, TV e internet in una sola partita è semplice capire lo straordinario vantaggio del betting in termini di visibilità tramite il mondo del calcio. Così come è altrettanto scontato capire perchè le squadre di club, con l’avallo della Federazione, abbiano scelto il settore delle scommesse sportive come fonte di finanziamento.

Del resto, il mondo del betting e del gambling a livello europeo si compone di un consistente portafoglio di casinò online, prevalentemente inglesi e maltesi, con una sterminata offerta ludica composta da slot machine, giochi da tavolo, giochi di carte, scommesse sportive, virtual sport, live betting e lotterie. Alcuni colossi hanno ormai un livello di riconoscibilità e awareness altissimo, altri nascono con sorprendente frequenza e cercano di farsi largo tra i big (a tal proposito, ecco qui un’ottima recensione di uno dei casinò emergenti a livello europeo). L’intreccio calcio e scommesse sportive rappresenta una partnership consolidata, redditizia e di successo. Ma le cose stanno per cambiare, almeno in UK. Mentre in Italia sono cambiate da tempo.

In Italia, infatti, il binomio betting – FIGC si è interrotto con largo anticipo. Dopo una fugace comparsa degli sponsor di scommesse sportive sulle maglie da gioco delle principali squadre di Serie A TIM, il Decreto Dignità del 2018 ha posto fine al fenomeno affermando la pericolosità dello sponsoring del gioco d’azzardo per evitare la diffusione e il consolidamento dei fenomeni di ludopatia tra gli utenti. Poche le squadre che ne hanno beneficiato, come la Juventus nelle stagioni 2010-2012, mentre la Roma ha dovuto bloccare a luglio 2018 la sponsorizzazione con uno dei top brand europei di betting proprio per effetto del Decreto Dignità. Perdite stimate per il club a sei zeri.

Il paese che non conosce ostacoli, invece, è l’Inghilterra. Ma la normativa dell’English Football League potrebbe cambiare a brevissimo. Attualmente, in Premier League – appena rifiutata da Roberto Mancini – e in tutta la EFL, sono ben quindici le squadre che mostrano sul petto dell’home kit lo sponsor di una società di betting: si tratta di Brentford, Burnley, Crystal Palace, Leeds, Newcastle, Southampton, Watford, West Ham, Wolves, Birmingham, Bristol City, Coventry City, Derby County, Middlesbrough e Stoke City. Gli introiti derivanti dalla sponsorizzazione del settore delle scommesse si aggirano complessivamente attorno ai 40 milioni di sterline. Solo il West Ham ricava circa dieci milioni di sterline a stagione grazie alla sponsorizzazione con uno dei player più importanti del betting inglese. Un impatto devastante per le finanze della Football League. Motivo per cui il calcio inglese gode, tra l’altro, di una certa floridità economica collettiva. Inoltre, il motivo di un binomio così solido si individua anche nelle principali statistiche di settore: un marchio di gioco d’azzardo è visibile fino all’89% in ogni episodio dell’inglese “Match of the Day”, visto da sette milioni di persone ogni settimana. Ma c’è di più.

Secondo l’analisi elaborata dal ricercatore scozzese Robin Ireland presso l’Università di Glasgow, sono state totalizzate fino a 716 esposizioni dei loghi delle società di gioco d’azzardo nella gara Newcastle United – Wolverhampton Wanderers, entrambi ovviamente con sponsor di betting sul petto del completino, mostrando così una visibilità complessiva di oltre sei loghi al minuto tramite le piattaforme dei media. Del resto, che il settore delle scommesse sportive sia così popolare tra gli utenti online e offline è ampiamente dimostrato anche dal gettito delle imposte relative al betting, che in Inghilterra si aggira sui 3 miliardi circa  di sterline. E ancora: il contributo annuale dell’industria del gioco d’azzardo alle casse di tutte le squadre di calcio è di oltre 100 milioni di sterline, oltre ai 200 milioni incassati con i proventi delle emittenti televisive.

Il modo in cui i casinò online sono riusciti a influenzare profondamente il mondo del calcio si evince anche da piccoli dettagli. L’ex calciatore scozzese Paul Pettigrew, al centro di campagne di sensibilizzazione per bambini, afferma di aver chiesto a una classe di quindicenni i nomi conosciuti delle aziende di betting: nel complesso hanno risposto con tredici nomi diversi. Questo dimostra anche a livelli più bassi quanto sia profonda l’influenza del betting offline e online nel mondo del calcio.

Tuttavia, il vantaggio delle sponsorizzazioni UK supportato dalle aziende delle scommesse sportive inizia ad essere lentamente eroso a livello istituzionale e privato. Il Governo e la clamorosa petizione dell’ex portiere inglese Peter Shilton, che ha raccolto 12.000 mila firme da sottoporre al 10 di Downing Street, si preparano a bloccare la pubblicità del betting nel mondo del calcio. I ministri inglesi, dal canto loro, stanno studiando una riforma pianificata delle leggi sul gioco d’azzardo da implementare probabilmente nel 2023, con un divieto assoluto di loghi delle società di scommesse sulle maglie di club, sulla cartellonistica a bordo campo e sul materiale di comunicazione. Insomma, dopo il divieto dell’advertising del tabacco, bandito definitivamente dal 2003, inizia una nuova stretta. Preoccupazioni da parte dell’EFL che vede sfumare un miniera d’oro, quella che finora ha finanziato e foraggiato i campionati inglesi grazie al successo dei casinò online. Preoccupazioni che riguardano anche le squadre più piccole, affette dalle perdite derivanti dai mancati incassi da COVID-19. Le stime inglesi parlano di circa 250 milioni di sterline di perdite per le chiusure degli stadi mentre Football Benchmark ha realizzato uno studio sui ricavi derivanti dagli sponsor di maglia e gli sponsor tecnici post pandemia.

L’influenza dei casinò online e offline sul mondo del calcio si regge in definitiva su un sottile equilibrio. Da un lato il desiderio dei club di continuare a ricevere corposi finanziamenti che foraggiano il successo sportivo, dall’altro l’esigenza di tutelare quanto più possibile gli utenti per prevenire ulteriori forme di ludopatia e dipendenza dal gioco.